Più che note di regia sono appunti di un narratore: Turn over è un termine inglese usato nel mondo del calcio per descrivere la “rotazione” dei giocatori in campo della rosa di una squadra di calcio. Partendo da questa parola anglofona sportiva, ha preso sempre più vita una storia di tre uomini dei giorni nostri, quarantenni incastrati in patetiche partite di calcetto e serate mondane nel vano tentativo di buggerare l’età che avanza. Tre amici da sempre ma che vivono esperienze ed emozioni a “rotazione” tra di loro, un “turn over” di confidenze, segreti e amori condivisi a scapito dell’uno o dell’altro amico. Dentro lo spoglioiatoio delle vergogne,il regno maschile del purché se ne parli (vogliamo credere così, ma sappiamo che succede lo stesso anche in quello femminile…), i tre uomini, come soldati di una caserma, si troveranno a confidarsi di gesta erotiche selvagge, spesso a pagamento e quasi sempre inventate. Quell’amicizia storica, che porta tre caratteri tanto diversi, ad uniformarsi negli anni con regole goliardiche e stili di vita alquanto discutibili. Ovidio il notaio, quello ricco, il presidente da sempre, che con i soldi può avere tutto ciò che vuole, la posizione sociale, una moglie bellissima, la spesa a domicilio e perfino i suoi migliori amici, perché li ha comprati come tali. Mario, amico sempre presente, la spalla su cui poter contare nel momento del bisogno, che ha sempre sofferto per amore in relazioni a cui credeva ma che puntualmente si rivelano inconsistenti per tradimenti innescati da Andrea, il terzo amico, quello spaccone, che sta sempre al centro dell’ attenzione, che fa della conquista femminile, la sua unica ragione di vita. Un trio così assortito, in una serata tra amici, calcetto, cena ippovitaminica (polpette di carne di cavallo) e un puttan tour vintage anni ‘90, si ritroverà a vomitarsi addosso 25 anni di amicizia, rivendicazioni sociali, tradimenti veri e presunti, fino allo scontro finale irreparabile. Ma si sa, che l’amicizia quella vera, supera ogni ostacolo e ritorna piu forte che mai. L’importante è saper gestire bene le forze, come un allenatore che deve scegliere tra 23 giocatori solo gli 11 che ogni domenica scenderanno in campo e mantenere lo stesso il gruppo forte e compatto, anche gli amici in tre, per fare in modo che le cose vadano bene, devono saper usare il “turn over”.